POST ARTE N. 3

 

VEDERE E CAPIRE UN'OPERA D'ARTE

Quando in una esposizione senti dire le solite frasi: “...tutti siamo capaci di fare cose tanto semplici...”, “una volta sì che la pittura era vera arte...”, “questo quadro non mi dice niente...”, “ho capito subito che quell'opera era la più importante...”, ecc. Pare di stare tra gente di un altro mondo con la quale è impossibile intendersi e nemmeno pensare che si è tra un gruppo di eletti: l'arte è per tutti e per comunicare, questo è il suo scopo.

Innanzi tutto per capire e giudicare una pittura, o un'altra forma d'arte, bisognerebbe liberarsi di tanti preconcetti, conoscere la storia dell'artista, dell'opera, ambientarla nel tempo e nella società in cui è nata, insomma informarsi come facciamo normalmente per un film o altro. Ma mentre è abbastanza semplice informarsi, non lo è affatto liberarsi di preconcetti che scaturiscono soprattutto a difesa del proprio grado di preparazione, questo non è difficile, ma richiede un minimo di applicazione.

Ora vediamo assieme come andare a una esposizione:

  • poiché nell'arte ‘l'avanguardia artistica’ è distante per forza di cose da quella che noi abbiamo assimilato nel tempo ed è diventata ormai di gusto comune, non accettando o non essendo pronti a tali innovazioni, credo sia meglio inizialmente scegliere ad esempio un artista appartenente a un movimento che già si conosce un poco. Faccio un esempio: i Macchiaioli e gli Impressionisti facevano scandalo nell’800. E lo stesso è accaduto con gli Informali nei 50 del 900. Oggi sono tutti classici. Questo significa che l’arte è sempre avanti!

  • Provare poi a fare una buona analisi dell'esposizione, anche in maniera semplice, guardando tutte le opere dello stesso artista: quelle belle e perfette, come pure quelle brutte e poco coerenti nel linguaggio adottato, per cominciare a capire le differenze dovute proprio al percorso di ricerca e all’evoluzione dell’autore. E non dimentichiamoci mai che quello che abbiamo davanti è una esperienza di vita!

  • Bisogna pure tenere sempre presente che ognuno di noi è diverso dall'altro per tante ragioni tra cui il proprio sapere, le esperienze visive diverse e diversificate, messe insieme nel tempo, e quindi la stessa opera sarà guardata da punti di vista e sensibilità diversi. Quante volte ci è capitato di trovarci assieme ad altri e parlare della stessa opera, quando invece si intendeva altro?

In questa serie di articoli dedicati all'analisi critica faccio riferimento a Guido Ballo http://it.wikipedia.org/wiki/Guido_Ballo scrittore e critico i cui testi (introvabili) sono ancora oggi i fondamenti per capire e giudicare l'arte. Nei due volumi di "Occhio critico" (Longanesi editore - Mi) egli suddivide i diversi gradi di percezione e quindi di giudizio, in un modo appropriato e divertente: l'Occhio comune, l'Occhio assolutista, l'Orecchiante e l'Occhio critico. Questa distinzione è resa necessaria proprio per semplificare il metodo di apprendimento e vedremo prossimamente le caratteristiche di ogn'uno. Anticipo che si discuterà soprattutto di arte moderna e di artisti ben conosciuti e il prossimo articolo tratterà anche su Paul Klee, per cui chi volesse già acquisire informazioni sull'artista aggiungo il link di Rai Cultura con un breve filmato su “Il concetto di pittura di Klee e Kandinsky” , un articolo di ArtsLife “Kandinsky e Klee un’amicizia raccontata attraverso le opere d’arte”per chi volesse approfondire “Paul Klee-una ricognizione” di PierLuigi Albini in tre parti tratto da www.steppa.net interessante biblioteca gratuita.

Chiudo questo post con una celeberrima frase tratta da una commedia di Eduardo Di Filippo: "Gli esami non finiscono mai" e che spero diventi Vostra.

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